di Matteo Brigandì
Queste poche righe sono scritte in modo elementare per dare spazio alla chiarezza: l’uso di termini tecnici farebbe diminuire la chiarezza. Perciò mi scuso con i lettori giuristi.
Dalla rivoluzione francese nacque lo Stato moderno che evitò la concentrazione del potere in un’unica persona determinando che lo Stato ha tre poteri fondamentali che hanno l’attribuzione delproprio potere oltre a quello di controllo sugli altri:legislativo, esecutivo e giudiziario.
Il legislativo è quello di fare le leggi e si rivolge a tutti i cittadini, quindi emana norme generali ed astratte; l’esecutivo èil potere amministrativo, cioè il potere di organizzare e dirigerela pubblica amministrazione, il giudiziario è quello di applicarela legge alle fattispecie.
Il DPCM è un decreto del presidente del consiglio dei ministri che ha immediata efficacia ed è un atto amministrativo.
Ne derivano due importanti osservazioni: come atto amministrativo non è immediatamente valutabile dal parlamento ma impugnabile dalcittadino, come qualsiasi atto amministrativo, davanti al giudiceamministrativo e cioè al TAR con appello al consiglio di Stato.
Quindi, siccome i dpcm di Conte avevano la durata di un mese erano invalidabili. In pratica esaurivano la loro efficacia prima della valutazione del giudice che, in concreto, poteva valutare la eventuale violazione di legge in tempi assai più lunghi.
avvocato Matteo Brigandì
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